COMMEMORAZIONE DI RICCIOTTI GARIBALDI A ROMA E RIOFREDDO

nel centenario della scomparsa

A Roma Ricciotti e la sua famiglia iniziarono a risiedere nel 1881, al ritorno da un lungo soggiorno in Australia, mentre la dimora di Riofreddo, una piccola tenuta, diventò la loro residenza estiva dal 1888 e i dieci figli vi si riunirono d’estate finché le vicende politiche del 1924 portarono alla dispersione della famiglia. Il 4 luglio scorso si è ricordato Ricciotti Garibaldi a Roma, nella sede nazionale dell’ANVRG in Porta San Pancrazio ed il 13 luglio a Riofreddo presso Villa Costanza Garibaldi.

Deceduto cento anni orsono, il 17 luglio 1924, l’ultimo figlio del Generale e di Anita era nato a Montevideo nel febbraio 1847. Aveva 77 anni. La sua vita fu tormentata dagli insuccessi imprenditoriali e politici, ma si ricorda di lui soprattutto il combattente valoroso a fianco del padre, nel 1866 come guida a cavallo nel Trentino, nel 1867 nell’Agro Romano e nel 1870-71 in Francia nella guerra franco-prussiana che lo consacrò Generale dell’esercito volontario comandato dal padre.

Ricciotti si affermò, dopo la morte del padre nel 1882, in Grecia nel 1897 e nel 1912 e fu l’ispiratore dell’epopea della nuova generazione dei garibaldini, guidati dai suoi figli, nelle Argonne nel 1914-15. I suoi ultimi anni furono rattristati dalla morte di due dei figli, Bruno e Costante e dal divieto fatto al figlio Peppino di costituire, subito dopo la Grande Guerra, una Legione garibaldina che avrebbe affiancato l’esercito regolare continuando in tempo di pace la tradizione del volontariato militare pronto ad intervenire anche fuori dai confini nazionali per la libertà dei popoli.

Dopo i saluti della dott. Raffaella Ponte, presidente dell’ANVRG, che ha ringraziato Annita Garibaldi Jallet, la dott. Mara Minasi, direttrice del Museo di Porta San Pancrazio, il nostro tecnico Simone Zappaterreno e tutti gli operatori museali che hanno contribuito alla preparazione della manifestazione romana del 4 luglio, sono stati chiamati a intervenire i relatori a partire dal prof. Francesco Guida, direttore del Comitato romano dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Questi, nel portare il suo saluto e quello dell’ISRI, ha annunciato che: “Presso l’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano sono conservate le Carte Ricciotti Garibaldi, da lui donate nel 1920. Quel fondo documentario offre spunto per diverse ricerche. Su quei documenti basai una ricerca su Ricciotti Garibaldi e il movimento nazionale albanese, come pure vi trovai materiali per scrivere sulle spedizioni garibaldine in Grecia del 1897 e del 1912. Le manifestazioni organizzate per ricordare il centenario della morte di Ricciotti hanno risvegliato in me il desiderio di ulteriormente indagare sul movimento garibaldino di seconda generazione, nel contesto italiano ed estero in cui si trovò ad operare”.

Una promessa, questa del prof. Guida, di contribuire ampiamente al futuro “Quaderno” che l’ANVRG intenderà dedicare a questa commemorazione.

La prof. Eva Cecchinato, dell’Università di Venezia, ha intitolato la sua relazione “Di padre in figlio. Le stagioni di Ricciotti Garibaldi”, insistendo anche lei sull’importanza delle iniziative autonome di Ricciotti, sviluppate dopo la morte del padre. Così ha riassunto il suo intervento: “Ricciotti Garibaldi fu a lungo considerato soprattutto il figlio dell’Eroe dei due mondi; poi, da 1914-15 fu il padre dei giovani caduti in Francia. Forse solo nella spedizione in Grecia del 1897 la sua figura emerse in modo autonomo. Quella fu una delle stagioni luminose di Ricciotti perché il suo carisma e la sua esperienza riuscirono a compattare forze volontarie che sarebbero rimaste disgregate sul territorio greco, ma fu una stagione luminosa anche e soprattutto perché si riattivarono attorno a lui le dinamiche del volontariato garibaldino: la mobilitazione di diverse generazioni con l’intento di soccorrere un popolo oppresso, la trasversalità rispetto a differenti culture politiche che, dai repubblicani ai socialisti e agli anarchici, pur tra mille contraddizioni, intendevano migliorare la società e i rapporti tra i popoli ed erano convinte di interpretare il volto migliore e più solidale dell’Italia”.

Una relazione, quella della prof. Cecchinato, che commemora nel modo migliore la figura dello scomparso, troppo spesso confuso con le varie iniziative che prese nella sua vita e che non possono essere sempre positivamente valutate.

Infine, è intervenuto il prof. Alberto Malfitano, dell’Università di Bologna, mostrando alcune fotografie dei funerali di Ricciotti e, attraverso la stampa dell’epoca, dimostrando che il grandioso omaggio all’eroe di Domokos fosse anche una perfetta strumentalizzazione da parte del regime nascente per appropriarsi anche dell’immagine di Garibaldi, il Garibaldi combattente da padre in figlio, ma non l’uomo di ideali che era difficile assimilare al tentativo di avvicinamento se non di identificazione tra camicie rosse e camicie nere.

“Nel luglio 1924 – ha affermato il prof. Malfitano – moriva Ricciotti Garibaldi, uno dei figli di Giuseppe, mentre diffuso era lo sconcerto per il rapimento di Giacomo Matteotti da parte dei fascisti. Proprio in quelle settimane la scomparsa di Ricciotti distrasse l’opinione pubblica riportando in auge il nome dei Garibaldi e l’antica tradizione del volontarismo, che tanta parte aveva avuto nelle lotte risorgimentali. Il suo funerale solenne, così come la visita di Mussolini a Caprera dell’anno prima, costituirono la premessa di un rapporto che il regime avrebbe sviluppato successivamente, per porsi come continuatore della tradizione del volontariato in camicia rossa”.

Annita Garibaldi Jallet ha ringraziato i relatori chiedendo loro sin da ora di preparare i testi degli interventi. Si notavano in sala l’editore Sorba di La Maddalena che pubblica quest’anno una nuova edizione della biografia di Ricciotti di Annita Garibaldi, col patrocinio dell’ANVRG, e un ricordo del padre Sante della stessa autrice. Presenti in sala alcuni esponenti della nuova “Rete di case e luoghi dei Garibaldi” che collegherà i luoghi della vita di Garibaldi e dei suoi, la dott. Daniela Acuti di Palazzo Colelli a Rieti e il dott. Federico Allegri di Villa Castelletti a Signa. Numerosi i soci di Roma tra i quali Francesco Sante Jallet Garibaldi, pronipote di Ricciotti e Costanza, assente per indisposizione il presidente della sezione Fabio Barbaro.

Conclusi i lavori i presenti si sono recati tutti assieme ad omaggiare Ricciotti Garibaldi sul colle gianicolense deponendo ai piedi del busto che lo raffigura, rivolto verso il padre come il fratello Menotti, una corona tricolore a nome di tutti i soci e amici dell’ANVRG.

Sfidando le condizioni climatiche non si poteva non ricordare Ricciotti e la sua famiglia anche a Riofreddo, dove la dimora della famiglia, oggetto di recenti restauri, offriva la sua grande sala ad un incontro affollato di cittadini. Accolti dal Sindaco Giancarlo Palma e dal direttore del Museo Paolo Rosati, le autorità romane hanno affrontato il viaggio e il percorso pedonale dal parcheggio, lungo viale reso percorribile tra la vegetazione ancora da restituire a vero e proprio parco. Si ringraziano particolarmente il prof. Guida, il prof. D’Alessandro, segretario del Comitato romano dell’ISRI, il prof. Ciampani dell’Università LUMSA, la prof. Ester Capuzzo, presidente della Commissione nazionale della Presidenza del Consiglio per gli scritti di Garibaldi: per la nostra manifestazione un vero “parterre de rois” atto a richiamare l’attenzione sul Museo di Riofreddo, così vicino a Roma e così lontano di fatto, perché fuori dai circuiti turistici, ma dove l’incontro diretto con nipote e pronipote di Ricciotti incoraggia i visitatori a tornare ed a fare quelle domande che le classiche visite guidate non permettono.

Il prof. Guida ha sviluppato il momento saliente dell’epopea di Ricciotti nel 1897, tema da lui trattato a Roma, ricordando il gemellaggio di Riofreddo con Domokos, il cui pannello all’entrata della città è stato recentemente restaurato grazie alla premura del Sindaco Palma. Mentre il prof. Chirletti, già sindaco di Vallinfreda, comune vicino a Riofreddo, ha parlato di Ricciotti consigliere comunale dal 1911 al 1913. Ha sottolineato i numerosi vantaggi portati alla città da un consigliere comunale così particolare: telegrafo e telefono arrivarono ormai direttamente nel paese. Più tardi, nel 1923, sarà eretto il monumento ai caduti ad opera del Comune e della famiglia Garibaldi a ricordo di Bruno e Costante e più tardi anche di Sante, grazie al sindaco Hermanin che volle fortemente che la casa dei Garibaldi, ormai ridotta a rudere, diventasse un vanto per la città, un museo e centro di cultura. Il parcheggio utile a tutto il quartiere e all’accesso al museo sarà aperto più tardi, prendendo il nome di piazzale Ricciotti Garibaldi.

Costanza Hopcraft vivrà lì, in primavera ed estate, dividendosi con Roma, fino alla fine della sua vita nel 1941. Il suo nome fu dato all’Ambulatorio che aveva fondato, così come alla scuola ora in fase di restauro.

Al termine della manifestazione il prof. Chirletti ha omaggiato le signore di mazzi di fiori e le autorità di un medaglione atto a ricordare la commemorazione. L’incontro si è concluso con un rinfresco offerto dal Comune in modo da riportare Ricciotti e la sua famiglia tra i suoi riofreddani.

Il concerto del Duo Synfonè, introdotto dal suo animatore Fausto Sebastiani, flauto di Gabriele Pirrotta e chitarra di Giovanni Rossi, è stato opportuno per ricordare Ricciotti e la sua famiglia laddove vissero e nella casa loro, nata per caso e molto amata.

Un Ricciotti ancora da riscoprire, e si vuole citare qui, anche se non collegato con la sua commemorazione, un incontro avvenuto poco dopo nel parco di Villa Garibaldi tra i rappresentanti delle attività culturali dei Comuni della zona, su iniziativa del riofreddano Ettore Artibani, Riofreddo essendo rappresentata dal direttore del Museo Paolo Rosati, da Mario Palma, operatore, ed altri. L’iniziativa ha per scopo di rivitalizzare o riscoprire gli antichi sentieri, talvolta ancora lastricati ma più spesso distrutti, tracce dell’antichissimo passato di Riofreddo. Una iniziativa che potrebbe togliere la cittadina dall’isolamento e che, come Ricciotti che ne sarebbe contento, ci propone una Riofreddo tutta da riscoprire.

Grazie, infine, all’ANVRG che col suo contributo economico ha reso possibile i due bei incontri, romano e riofreddano, contando che sia d’incentivo ad altre manifestazioni in occasione di questo centenario.

Annita Garibaldi Jallet